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Home / Approfondimenti / Neuromarketing: una disciplina che sta cambiando il marketing digitale
Chiunque di voi, amante o specialista del marketing, crede di aver sbagliato argomento e di trovarsi davanti un articolo che coinvolge le discipline medico-neurologiche si sbaglia: il neuromarketing è il nuovo, fondamentale ed irrinunciabile approccio per definire e pianificare una buona strategia di web marketing.
La psicologia dei consumi non è un mondo a parte rispetto al web marketing: è questa la grande novità di cui ogni strategia atta a potenziare un business in rete deve fare tesoro: la parte emotiva e istintiva dell’utente non è satellite di quella più tecnica e razionale, ma partecipa con essa alle scelte degli utenti.
Da qui l’importanza di comprendere l’esatta portata del neuromarketing; ed è proprio quello che intendiamo fare in questa sede.
Il comportamento dell’utente – da cui appunto l’accezione della parola neuro nel termine neuromarketing – governa le sue preferenze, le modella, tanto quanto i suoi bisogni e le sue necessità, impellenti o meno che siano.
Analizzare e monitorare questo comportamento è possibile.
Di strumenti ne esistono e come, non è necessario appellarsi alla magia o alla psicologia in senso stretto.
L’eye tracking è il primo e più potente di essi.
Per capire in cosa esattamente consista l’eye tracking dobbiamo risalire al modo in cui ha luogo la lettura di un contenuto da parte di un utente che naviga tra le pagine sul web.
Essa è discontinua, cattura quello che ritiene più utile in piccolissime frazioni di secondo. Possiamo dire, prendendo in prestito una terminologia più tecnica, che all’atto di aprire una pagina web i nostri occhi eseguono una vera e propria scansione che filtra messaggi, contenuti di testo, immagini.
Questa scansione, definita eye tracking, è divenuta oggetto di analisi e strumento che orienta la bontà delle strategie di content marketing e web usability.
Alcuni esempi di applicazione dell’eye tracking?
Un primo, timido tentativo di applicazione pratica dell’eye tracking lo ha fatto casa Samsung nel 2003 con il suo Galaxy S4, un apparecchio dotato di strumenti in grado di riconoscere viso e occhi dell’utente grazie ad una fotocamera.
Alcuni dati sull’eye tracking
Prima di capire di cosa esattamente si tratti è doveroso menzionare uno studio condotto da due noti ….Nielsen e Pernice, riferito al rapporto fra web usability ed eye tracking, riportato in un loro testo: ben il 73% degli utenti ignora gli annunci grafici senza testo che compaiono in cima alla pagina, il 71% di essi ignora gli annunci animati, il 65% ignora completamente gli annunci che si sovrappongono alla grafica e il 63% degli utenti ignora quelli senza testo che compaiono a destra della pagina.
Questi dati ci offrono una vera e propria radiografia del modo in cui gli utenti si muovono sulle pagine web, dando contezza dell’importanza di riuscire a trovare il giusto equilibrio fra testo e immagine.
I risvolti di questa ricerca sono oggi sensazionali.
È questa la strada da seguire per migliorare la user experience del nostro sito web.
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