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Tempi duri per Facebook, il famosissimo Social Network lanciato nel febbraio 2004 da Mark Zuckerberg, creato per aiutare le persone a connettersi e rimanere in contatto, chattando o condividendo foto.
Abbiamo già cercato di capire se anche in questo 2018 Facebook rimarrà il Social per eccellenza: sono i dati a parlare chiaro.
Il colosso di Zuckerberg sta infatti perdendo terreno, quest’anno il numero di utenti registrati su Facebook è cresciuto del 2,4% ogni mese, mentre il numero di utenti tra i 12 e i 17 anni è diminuito del 4%, quando nel 2016 il calo era pari al 2,1% (per approfondire: “Facebook in declino?”).
Se Facebook continua a perdere utenti, sono soprattutto Snapchat, Instagram, Twitter e Tumblr a guadagnarci.
Qualche mese fa la società Cambridge Analytica è stata accusata di aver rubato i profili Facebook di ben 50 milioni di utenti, utilizzando le informazioni riservate per influenzare i risultati delle elezioni presidenziali americane, ma anche l’esito della Brexit.
In risposta a queste accuse, Mark Zuckerberg ha annunciato di voler andare fino in fondo alla questione e controllare che nessun altro possa appropriarsi dei dati degli utenti.
La seconda audizione al Congresso Usa ha messo il fondatore del social in difficoltà: alla domanda se anche i suoi dati personali fossero stati venduti a terze parti, così come quelli di ben 87 milioni di americani colpiti dal caso Cambridge Analytica, Zuckerberg non è stato in grado di smentire.
In seguito allo scandalo Cambridge Analytica, gli iscritti a Facebook non sono diminuiti, ha affermato il presidente nonché amministratore delegato di Facebook, sottolineando che i dati che si condividono sono sempre di proprietà degli utenti, che in ogni momento possono decidere se cancellarli.
Per combattere e moderare fake news, controllando con più rigore i contenuti condivisi su Facebook, si stanno implementando nuove funzioni, come la costruzione di un sistema di intelligenza artificiale più raffinato che riconosca e cancelli gli account-fake fino allo sviluppo della funzione downvote (Se non sai di cosa si tratta leggi il nostro articolo: “Facebook testa downvote”).
In seguito agli scandali che hanno colpito Facebook, molti utenti hanno preso le distanze dal noto Social, anche a causa della presunta manipolazione illecita dei loro dati. Un esempio?
È diventato virale nel giro di poche ore l’hashtag #deletefacebook utilizzato da Brian Acton, co-fondatore di WhatsApp, in un recente Tweet del 20 marzo 2018 (https://twitter.com/brianacton).
“È giunto il momento di abbandonare Facebook”, ha scritto Acton sul suo profilo, tweet che ha riscosso un notevole successo, raggiungendo ad oggi i 35.000 likes e quasi 15 mila commenti.
Poter vivere senza Facebook? Per i membri del movimento #deletefacebook insieme a #boycottfacebook, un altro hashtag diventato virale, è possibile.
Facebook ha da sempre sbaragliato la concorrenza, cercando in tutti i modi di annientare i suoi competitor, copiandoli o acquisendoli.
Ad oggi la piattaforma di Zuckerberg è diventata un grande colosso della tecnologia che vanta più di 2 miliardi di iscritti in tutto il mondo e sta continuando la sua espansione, rimanendo anche per questi primi mesi del 2018 il social network per eccellenza (per approfondire: “Quali sono i social network più diffusi al mondo?”).
Facebook non ha condizionato soltanto i suoi competitor, ma anche le abitudini più quotidiane dei suoi utenti, entrando in molti aspetti delle loro vite private, rendendo difficile (e poco conveniente) cancellare il proprio account dal Social.
Sin dal suo esordio, Facebook si sta preparando per questo momento di negazione e distacco nei suoi confronti, continuando comunque a monopolizzare il mondo dei Social.
Ad esempio, nel 2009 Facebook ha comprato FriendFeed, ormai spento nell’aprile 2015, un servizio web che consentiva l’aggregazione in tempo reale degli aggiornamenti provenienti da reti sociali (Twitter, Facebook, Flickr, MySpace) e blog.
Facebook stava già replicando le feature originali di FriendFeed come il bottone “like” e gli aggiornamenti in tempo reale.
L’anno successivo Facebook pagato 40 milioni Friendster, un Social lanciato nel 2002, che aveva lo scopo di aiutare le persone a trovare nuovi amici, rimanere in contatto e condividere contenuti e media online.
Il sito veniva anche utilizzato per darsi degli appuntamenti e scoprire nuovi eventi, band musicali, hobby e altri contenuti.
In molti ricordiamo l’acquisizione di Instagram da parte di Facebook nell’aprile 2012 e quella di WhatsApp, due anni dopo per 19 miliardi, principale competitor di Facebook Messenger.
Indiscrezioni rivelano che Facebook ha usato per anni i dati generati dall’azienda Onavo Project per “spiare” i comportamenti degli utenti, anche per i non-iscritti al social network.
Oltre a fare da VPN (virtual private network), Onavo monitora costantemente i siti visitati con il browser e delle app utilizzate, per avvisare in caso di problemi di sicurezza ed eventuali pericoli, accedendo alle informazioni relative al Wi-Fi, foto e video conservati in memoria, gli account registrati sul dispositivo, le app usate, le chiamate inviate e ricevute e i dati sulla localizzazione.
Nel 2013 Onavo è stata poi acquisita da Facebook per 150 milioni.
Per il momento Facebook non sembra aver risentito del famoso scandalo Cambridge Analytica, anzi, gli utili netti del social network di Zuckerberg sfiorano i 5 miliardi di dollari.
Nonostante le bufere che l’hanno travolto, Facebook continua a brillare anche in questo primo trimestre del 2018 con ricavi pari a 11,97 miliardi di dollari, un aumento del 49% rispetto allo stesso periodo del 2016, battendo ancora una volta le stime degli analisti che avevano previsto un giro d’affari di 11,41 miliardi. Crescono del 63% anche le azioni: l’utile netto è passato da 1,04 dollari per azione a 1,69, quando gli analisti si aspettavo un utile di 1,35 dollari per azione.
È in crescita del 13% anche il numero degli utenti attivi mensilmente su Facebook (1,45 miliardi), arrivando a quota 2,2 miliardi di iscritti.
Unica nota dolente: negli Stati Uniti e in Canada il numero degli utenti attivi quotidianamente è diminuito di 700.000, dato che preoccupa ma non sembra spaventare il management della società.
Altro dato in crescita: i ricavi pubblicitari di Facebook hanno raggiunto gli 11,8 miliardi (+50%).
Ma come spieghiamo questi dati fortemente in crescita?
Anche per Facebook i ricavi pubblicitari hanno beneficiato del boom dei contenuti video.
Le aziende continuano a credere in Facebook come media pubblicitario di punta, lo dimostra il fatto che la spesa media per annuncio sulla piattaforma è cresciuta del 49%, mentre le inserzioni sono aumentate dell’8% grazie soprattutto alle performance ottenute nella Sezione Notizie e su Instagram.
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