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In un recente articolo (“Il dominio .it festeggia trent’anni di storia”) abbiamo già trattato dei domini, nati dalla necessità di semplificare la sequenza di cifre degli indirizzi IP, e delle diverse tipologie esistenti.
Rispolveriamo velocemente l’argomento: un dominio di primo livello è ciò che sta dopo il punto, ad esempio .com, o .it., mentre un dominio di secondo livello è il nome del dominio che precede il primo livello (ad esempio majaweb.it).
La rete è in continua crescita e, di conseguenza, con la nascita di nuovi siti web sono necessari anche più indirizzi web da assegnare alle singole imprese.
Il problema sta nel fatto che molti dei buoni nomi a dominio con le estensioni disponibili sono già stati registrati, nonostante molti di questi non siano più utilizzati o attivi.
Da tempo ci si aspettava un cambiamento e l’introduzione di nuove estensioni di dominio ha avuto proprio lo scopo di mettere a disposizione più scelte.
La rivoluzione è nata nel 2004 quando sono stati creati i domini con le nuove estensioni di primo livello (come .bike, .shop, .holiday, .milan etc.) e successivamente le persone hanno potuto registrare il proprio dominio di secondo livello (es. hotel.milan).
È l’ICANN, acronimo di “Internet Corporation for Assigned Names and Numbers”, un’organizzazione non-profit che si occupa di assegnare e gestire i domini a livello globale (www.icann.org).
Per l’Italia la gestione dei domini è affidata al NIC.it, una branca dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR di Pisa, anagrafe dei domini Internet .it (www.nic.it).
Il punto di svolta: dopo sei anni di discussioni, l’ICANN ha aperto la possibilità di richiedere la registrazione dei nuovi domini di primo e di secondo livello, in aggiunta ai tradizionali.
L’obiettivo della liberalizzazione dei domini è stato proprio quello di mettere a disposizione più scelte per i nomi dei siti web a privati e imprese.
Sono in molti a vedere in questa iniziativa lanciata dall’ICANN un’importante trampolino di lancio per nuove operazioni di marketing, rafforzando il proprio business, così come la possibilità per le aziende di acquistare un nome a dominio personalizzato con il proprio brand.
La scelta del nome del dominio del tuo sito web può essere decisiva per presentare nel modo migliore la tua attività gli utenti: questi con il tempo impareranno a identificare in modo facile e immediato i nuovi domini e li riconosceranno al momento della ricerca.
Un altro grande vantaggio dei nuovi domini sta nella possibilità di ri-utilizzare i nomi e le abbreviazioni che ormai da tempo erano bloccati o non più utilizzati.
Al posto di sigle o lunghe combinazioni di parole, grazie alle nuove estensioni, sono infatti tornati nuovamente disponibili i nomi corti e concisi per i siti web.
In sintesi, ecco i vantaggi dei nuovi domini di primo livello:
Nello scegliere il nome del proprio sito è importante vagliare e prestare attenzione alle possibili soluzioni: non si tratta infatti di una semplice sigla, ma di un fattore che può influenzare la SEO, nonché un fattore di successo per il tuo sito web.
Siamo tornati a parlare di SEO, acronimo di “Search Engine Optimization”, che letteralmente significa “ottimizzazione del motore di ricerca”, un tema più volte affrontato nel nostro blog. (Può interessarti anche: “Quali sono le attuali tendenze in ambito SEO?“)
Nonostante i domini di primo livello continuino a ottenere valori piuttosto alti, possono ancora influenzare in modo significativo il posizionamento di un sito web sulle le ricerche su Google?
Passiamo la parola a un esperto in materia, John Mueller, Webmaster Trends Analyst di Google dal 2007 che ha affermato in un post pubblicato su Twitter:
“I sistemi di Google trattano i nuovi gTLD (domini di primo livello generici) come tutti gli altri gTLD (.com, .net etc.). Utilizzare alcune parole chiave all’interno del primo livello non dà assolutamente alcun vantaggio (ed alcun svantaggio) in termini di ranking per le ricerche su Google.”
Dalle parole di Muller emerge che Google considera i nuovi domini alla pari di quelli tradizionali, quindi l’utilizzo di un nome di dominio di primo livello ottimizzato non farà poi così tanto la differenza per il ranking del tuo sito, almeno stando alle parole di John Mueller.
Discorso a parte per i domini geolocalizzati, ossia i domini di primo livello che sono associati ad una precisa regione o a un targeting geografico specifico.
La registrazione di un nome di dominio nell’estensione nazionale come .it aiuta il posizionamento sulle ricerche nel territorio nazionale, determinando il target geografico, fondamentale per il ranking in una certa nazione.
Buone notizie quindi, Google assocerà automaticamente un targeting geografico ai domini geolocalizzati che quindi potenzialmente potrebbero influenzare l’indicizzazione dei domini stessi per ricerche specifiche in lingua e paese.
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